martedì 5 aprile 2016

Intervento di Tina Minkowitz all’apertura della 15ª sessione del Comitato dei Diritti delle persone con disabilità

Questa è l’informazione che ho presentato stamattina al Comitato CRPD - Convenzione dei diritti delle persone con disabilità:

Intervento di Tina Minkowitz all’apertura della 15ª sessione del Comitato dei Diritti delle persone con disabilità – come presentato: 

 https://absoluteprohibition.wordpress.com/

29 marzo 2016

Membri del Comitato, Segretariato, rispettati colleghi. Oggi vi parlo a nome del Centro per i Diritti Umani degli Utenti e Sopravvissuti alla Psichiatria (Center for the Human Rights of Users and Survivors of Psychiatry).

Presento i risultati della Campagna per manifestare il supporto della società civile, per l’assoluto divieto nel CRPD dei ricoveri e dei trattamenti sanitari obbligatori. Abbiamo chiesto ai partecipanti di contribuire con il loro sapere e la loro esperienza, nello sforzo di esortare gli Stati a porre termine alla diffusione della sofferenza, di coloro che vengono torturati medicalmente, senza un effettivo risarcimento.

Faccio un sommario delle 41 presentazioni che sono state pubblicate sul sito della Campagna. Verrà condiviso in forma elettronica tramite hyperlink, per una facile consultazione. I materiali sono pubblicati nella loro lingua originale, quindi anche in francese, tedesco, spagnolo, italiano o inglese. Poche altre presentazioni sono pervenute da parte di persone che hanno frainteso l’argomento o non sono state in grado di finire prima di ora; quella da parte di ENUSP è stata aggiunta in questo momento (vedi sotto).


La homepage del sito è https://absoluteprohibition.wordpress.com [traduzione in italiano] Alcuni dei contributi pubblicati si possono trovare nei blog collaboratori come Mad in America, Sodis Sodis (Perù), PAIIS (Colombia), Dé-psychiatriser (Francia), il cappellaio matto il cappellaio matto (Italia) e sui blog individuali dei partecipanti, che sono linkati nei loro post.

Comincio con i memoriali di quelli che sono morti in psichiatria: M’hamed El Yagoubi parla della sua compagna e moglie Nathalie Dale (Francia) [traduzione in italiano]. Dorrit Cato Christensen [traduzione in italiano] scrive a proposito di sua figlia Luise (Danimarca) e Olga Runciman [qui traduzione italiana] drammatizza la sua rabbia e indignazione su un’altra morte nella psichiatria danese. María Teresa Fernández [traduzione italiana del sommario in inglese] parla in onore di suo fratello (Messico) e riflette anche da una prospettiva morale e come persona con una disabilità che lavora sul CRPD.

I sopravvissuti hanno un punto di osservazione unico sul degrado, quali l’isolamento, le contenzioni, le iniezioni, la nudità obbligatoria, la brutalità, l’autoritarismo, gli effetti mortificanti degli psicofarmaci, la pura e semplice distruzione dell’elettroshock e le manipolazioni psicologiche sadiche. Come possiamo guarire dagli abusi che la società tollera e che la legge permette impunemente? Per le donne la psichiatria obbligatoria è sessista e di genere, e dovrebbe essere riconosciuta come violenza basata sia sulla disabilità che sul genere. Questi scritti si collocano come prova del grave danno, come critica delle leggi e come pratiche dal basso verso l'alto.

Jhilmil Breckenridge [traduzione in italiano] e Irit Shimrat [traduzione italiana] evocano scene di brutalità, di umiliazione, e la sottomissione obbligatoria contrapposti alla soggettività del sopravvissuto che è rimasto a far fronte alle sue perdite. Anche Shimrat guarda indietro su un eroe dei fumetti creato quando era una giovane donna rinchiusa per la prima volta in un reparto psichiatrico.

Andrea Cortés descrive come la società cerca risposte dagli esperti che puniscono le persone che non si adattano, invece di imparare a conviverci; Katherine Tapley Middleton [traduzione italiana] racconta come l’assunzione obbligatoria degli psicofarmaci le abbia causato il rovesciamento degli occhi all’indietro, e come le infermiere le abbiano negato un rimedio per gli effetti collaterali; Roberta Gelsomino evoca la frustrazione e la rabbia nei confronti di chi non l’ha aiutata e ha rifiutato di vederla come una persona [traduzione in italiano].

Initially NO (originale qui)  [qui traduzione italiana] combina l’arte politica e la testimonianza, per far vedere come i suoi diritti secondo la CRPD, sono stati sistematicamente negati dalla violenza psichiatrica; Anne Grethe Teien  [qui la traduzione italiana] smentisce la Norvegia che afferma che non ci sono violazioni dei diritti umani, confrontando le sue leggi e pratiche con la CRPD e con la propria esperienza. Pink Belette (qui in italiano) e Agnès [qui in italiano], entrambe dalla Francia, attestano la brutalità, l’autoritarismo e le inutili procedure di ricorso; Pink Belette [traduzione italiana] inoltre usa l’umorismo per condannare l’arroganza psichiatrica.

Connie Neil [qui traduzione italiana] condivide il suo percorso con rabbia e dolore per la distruzione prodotta dall’elettroshock obbligatorio, e infine una possibilità di perdono; Eveline Zenith [traduzione italiana] descrive e analizza il carattere abusivo della psicoterapia che comporta la ri-traumatizzazione; Corrine A. Taylor [traduzione italiana] racconta come ha dismesso gli psicofarmaci a fronte di uno psichiatra dubbioso e dice che tutti hanno le stesse possibilità; Christian Discher documenta come lo scherno di un giovane per la sua omosessualità faccia parte del suo confinamento.

Lucila López, utente e sopravvissuta alla psichiatria, madre e psicologa sociale, discute una serie di questioni relative all’internamento e trattamento obbligatorio, compresi i danni iatrogeni, la legge nazionale relativa alla psichiatria in Argentina, la patologizzazione della povertà, e la situazione dei giovani che consumano droghe legali o illegali.

Ricercatori, studiosi, avvocati e medici, tra i quali i sopravvissuti e i loro sostenitori, esprimono la loro adesione alla Campagna e costruiscono la nostra base di conoscenze.
Robert Whitaker, [qui traduzione italiana] giornalista e fondatore di Mad in America, e Peter C. Gøtzsche, MD, [qui traduzione in italiano] ricercatore presso l'Istituto Cochrane, entrambi argomentano contro il trattamento sanitario obbligatorio, dal punto di vista medico. Il medico Jose Raul Sabbagh Mancilla, Messico, sostiene incondizionatamente il divieto assoluto dell’internamento e del trattamento sanitario obbligatorio. La psicologa Paula J. Caplan PhD, [traduzione italiana], discute la diagnosi psichiatrica, intrinsecamente illegittima, come punto di avvio delle violazioni dei diritti umani.

Karlijn Roex, PhD [qui in italiano]in sociologia, contesta, l’uso del concetto di “pericoloso per sé o per altri”, per giustificare gli interventi psichiatrici coercitivi,attraverso argomentazioni scientifiche, le narrazioni degli utenti e i principi morali. Anne-Laure Donskoy, [traduzione italiana] sopravvissuta e ricercatrice, mette in evidenza l’adozione di metodi psichiatrici coercitivi, per far rispettare le esigenze di lavoro sui destinatari dei benefici nel Regno Unito.
Linda Steele, docente di diritto, definisce l’internamento e il trattamento coercitivo forme di violenza specifiche per la disabilità, scriminate da leggi nazionali e quindi non suscettibili di ricorso legale. L’avvocato Francisca Figueroa rileva la tensione tra il divieto assoluto nel CRPD, e le leggi e le pratiche cilene che condonano il trattamento sanitario obbligatorio. Documenta ha condiviso i video della Campagna contro il sistema di inimputabilità e misure di sicurezza in Messico, tra cui una denuncia ai sensi del Protocollo Opzionale del CRPD.

Bonnie Burstow[traduzione italiana] studiosa e attivista che sostiene l'abolizione della psichiatria stessa, accoglie le Linee Guida dell’articolo 14, che chiariscono il divieto assoluto del trattamento sanitario obbligatorio. Sarah Knutson argomenta [traduzione in italiano] sul trattamento volontario al 100%, come ex-avvocato, ex-terapeuta, sopravvissuta e attivista, e propone un approccio alternativo al conflitto e alla crisi [qui traduzione italiana].

Le organizzazioni e gli attivisti hanno condiviso la loro advocacy e gli appelli all’azione relative al divieto assoluto.

Aggiunto: Rete europea degli (ex-) utenti e sopravvissuti alla psichiatria  European Network of (ex-) Users and Survivors of Psychiatry (ENUSP) si oppone alle posizioni del Comitato per i diritti umani e il Sottocomitato per la prevenzione della tortura, che sono in conflitto con la CRPD, e sostiene la necessità di un reale sviluppo dell’assistenza nel campo della salute mentale, partendo dalla premessa che gli interventi psichiatrici obbligatori devono essere proibiti [traduzione in italiano].

Aggiunto: Fiona Walsh, [traduzione italiana] sopravvissuta e difensore dei diritti umani, fa un resoconto sulla non conformità del decreto irlandese del CRPD e sulla legislazione in materia di salute mentale.
Erveda Sansi [traduzione in italiano] spiega come la legge italiana consente ancora il trattamento sanitario obbligatorio nelle istituzioni civili e forensi. il cappellaio matto condivide un’intervista [traduzione in italiano] con il Dr Giorgio Antonucci sul suo lavoro di abolire il trattamento sanitario obbligatorio (ricovero coatto) nel 1960, che è rimasto incompleto.

Coalition Against Psychiatric Assault  [qui traduzione italiana] ha creato un video e una petizione che chiede al governo canadese di ritirare la sua restrizione che perpetua il trattamento obbligatorio. Die BPE di Berlino presenta in dettaglio la legislazione e la prassi, che in Germania permette di sostituire il processo decisionale sulla base della cosiddetta “non coscienza [di malattia]”, che viola il CRPD

Asociacion Azul fa appello perché siano fatti cambiamenti radicali, per permettere alle persone di essere libere e godere degli stessi diritti degli altri nella loro comunità; il sopravvissuto e attivista Don Weitz [traduzione italiana] sollecita azioni legali collettive e la criminalizzazione dei trattamenti psichiatrici obbligatori; Jules Malleus [traduzione in italiano] condivide un’immagine della psichiatria come macchina distruttiva, utilizzando immagini di film per fare il punto della situazione; Ana María Sánchez sollecita politiche pubbliche che prevedano l’eliminazione del ricovero e trattamento sanitario obbligatorio.
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Con questo concludo la sintesi dei materiali che costituiscono la Campagna. Spero che andrà a rafforzare la nostra comune motivazione e la determinazione di porre fine alla tortura medicalizzata, e a insistere sulla consistenza tra tutti i meccanismi dei diritti umani, globali, regionali e nazionali, per garantire che nessuna persona rimanga in una situazione di ricovero e trattamento sanitario obbligatorio, in violazione della Convenzione. Non dobbiamo permettere che questo problema venga lasciato perdere nel monitoraggio del SDG [Sustainable Development Goals], nel lavoro sui diritti delle donne e delle ragazze con disabilità, nella COSP [Conference of State Parties], o in qualsiasi altra applicazione del CRPD. Si tratta di un compito enorme per tutti noi, e i sopravvissuti e le vittime ci ricordano il motivo per cui non può essere dimenticato.

Obiettivi di Sviluppo Sostenibile

Ci sarà una seconda fase della Campagna, sia per raggiungere di nuovo le regioni che non sono state rappresentate, sia per perseguire interessi comuni che emergono dai materiali. Per coloro che sono interessati, ho intenzione di programmare discussioni pubbliche tramite Skype o conferenze via web entro i prossimi mesi, e posso essere contattata tramite il sito della Campagna absoluteprohibition.wordpress.com e anche su Facebook e Twitter come Tina Minkowitz e anche sul pagina ufficiale CHRUSP.

Thank you.

Traduzione a cura di Cristina Paderi e Erveda Sansi


in italiano

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