Comprava fiori e li regalava alla gente. Crisi maniacale fu definito 
questo suo slancio. Nel manicomio di Monte Mario a roma la vita si 
riduceva ad essere rinchiuse, tutte le internate, per tutto il giorno, 
nello spazio di due stanze, senza fare nulla, "sedute come arance su un 
piatto". Per combattere questo nulla, Lia scriveva, scarabocchiava, 
disegnava praticamente tutto il giorno, tenuta in vita dal suo quaderno.
 Un diario in presa diretta in cui Lia, scrutando l'intorno, 
continuamente si pone la diomanda: "Perché vivo?". Lia Traverso è morta 
in manicomio il 7 agosto del 1970 all'età di 34 anni per una febbre 
improvvisa e inspiegabile. I testimoni concordano che "fu un miracolo 
che lei stessa si procurò".
 
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