mercoledì 15 gennaio 2020

Imparare a scalare gli psicofarmaci di Peter C. Gøtzsche

https://www.sott.net/article/404198-Peter-C-Gotzsche-Why-we-re-establishing-an-institute-for-scientific-freedom
By: Professor Peter C. Gøtzsche, the Nordic Cochrane Centre; Pharmacist Birgit Toft; Pharmacist Bertel Rüdinger; Child and adolescent psychiatrist Lisbeth Kortegaard; Psychologist Olga Runciman; and Psychologist Anders Sørensen

post originale in inglese: https://www.madinamerica.com/

Il 12 giugno 2017 a Copenhagen abbiamo tenuto il primo corso sulla sospensione degli psicofarmaci. Il corso era aperto a pazienti, parenti, psicologi, medici e altri operatori sociali e sanitari; hanno partecipato 77 persone.

Le nostre guide pratiche, una tabella sull’astinenza, un elenco di medici e di altri disposti ad aiutare con lo scalaggio e le lezioni (con sottotitoli in inglese) sono disponibili sulla prima pagina di www.deadlymedicines.dk.

Nell’ottobre del 2016, due di noi si sono coinvolti nella co-fondazione dell'International Institute for Psychiatric Drug Withdrawal [Istituto per la dismissione degli psicofarmaci] di Göteborg, in Svezia. L’istituto ha appena terminato il suo primo corso. Al Nordic Cochrane Center facciamo ricerca sulla dismissione degli psicofarmaci e tutti coloro che sono interessati a questo aspetto sono benvenuti. 

I corsi sulla dismissione sono assolutamente necessari. Circa il 5% degli abitanti dei paesi occidentali sono dipendenti da psicofarmaci e hanno difficoltà a trovare aiuto quando vogliono ridurli. Pochissimi medici sanno come farlo correttamente e le raccomandazioni ufficiali sono scarse, ad es. dimezzare la dose quando si scalano gli antidepressivi (1) è troppo veloce (2) (3). Si può ridurre i sintomi di astinenza riducendo la dose solo del 10% alla volta, dal 100% al 90%, e dopo 2-4 settimane fino all’80% della dose abituale, ecc., e magari a passi ancora più piccoli, quando la dose è stata ridotta fino circa il 30%.

Spesso il passo più difficile è passare da una dose bassa a niente, che costituisce una considerevole barriera psicologica. Il paziente ha spesso costruito la sua identità intorno a una diagnosi accompagnata dall’assunzione di psicofarmaci, e alla metà o più dei pazienti è stato detto che il loro disturbo mentale è dovuto a uno squilibrio chimico nel cervello. Questo è un mito, ma ha lo sfortunato effetto che alcuni pazienti hanno paura di rimanere senza psicofarmaci perché pensano di essere chimicamente difettosi e che gli psicofarmaci possano rimetterli a posto.

Molti pazienti hanno sperimentato l’impossibilità di ottenere aiuto nello scalaggio, oppure l’allontanamento da parte degli psichiatri quando hanno tentato di scalare gli psicofarmaci da soli, anche se avrebbero comunque preferito rimanere in contatto con la psichiatria per ottenere supporto psicologico. Un membro dello staff di una comunità (struttura abitativa assistita) ha chiesto cosa si deve fare per sostenere i pazienti nel processo di dismissione degli psicofarmaci, ma lo psichiatra supervisore non è stato disposto a discutere la questione. Ha risposto che se una persona gestisce il farmaco, agisce come un assistente medico ed è quindi tenuto a seguire le istruzioni. Tuttavia, in Danimarca, il National Board of Social Welfare ha pubblicato numerosi opuscoli utili, sulla didattica dello psicofarmaco, tra cui The Good Consultation, con il cui utilizzo la psichiatria sociale ha avuto esperienze positive.

Gli psicofarmaci colpiscono le normali funzioni cerebrali, ed è quindi importante avere un programma di scalaggio. Durante la dismissione, c'è in genere una fase in cui ritornano le sensazioni e la sensibilità del proprio corpo. Perciò questo momento potrebbe essere caotico e difficile da superare, perché il paziente non ha funzionato normalmente per un tempo molto lungo, né al lavoro, né socialmente o durante il tempo libero. In questa fase, l’aiuto di familiari, amici e conoscenti è essenziale per sostenere la speranza che il paziente ha in una vita migliore senza psicofarmaci e per evitare che il paziente possa ripensarci e riprendere completamente l’assunzione degli psicofarmaci. In questa fase, i pazienti e i loro parenti traggono spesso beneficio dai colloqui di supporto con un terapeuta professionista.

Quando le persone entrano in stretto contatto con se stesse, in primo luogo tendono a rivivere il motivo per il quale sono finite in psichiatria. Pertanto molti trarranno grande beneficio dal lavoro terapeutico su ciò che è loro successo durante la vita. Ad esempio, la maggior parte di quelli con diagnosi di schizofrenia ha avuto gravi traumi.

Un’altra fase difficile si verifica quando i pazienti si sono liberati dagli psicofarmaci e riprendono i contatti sociali. Forse hanno avuto pochi o nessun contatto con famigliari e amici, e può essere difficile per loro rendersi conto che i loro cari stanno bene e hanno un buon lavoro, mentre loro stessi paziente sono stati lasciati in una comunità, circondati da persone che stanno avendo un periodo difficile.

La nostra conoscenza di ciò che accade durante lo scalaggio dagli psicofarmaci, e specialmente dopo la dismissione, è scarsa. Se il paziente ha dei sintomi alcuni mesi dopo l’interruzione, molti lo interpretano come una ricaduta del disturbo, ma questo è tutt'altro che evidente. Spesso si tratta di sintomi di astinenza tardiva che possono essere scatenati da stress o traumi, in un cervello che non si è ancora completamente ristabilito. Potrebbe volerci molto tempo prima che i sistemi recettori del cervello ritornino alle loro normali condizioni, e talvolta non succede mai, il che significa che il trattamento ha causato danni permanenti al cervello.

Un processo di sospensione dello psicofarmaco deve essere adattato a ciò che il paziente può far fronte e quindi deve essere controllato dal paziente. Non è possibile dire nulla con certezza riguardo alla durata; nella maggior parte dei casi, durerà alcuni mesi, nel peggiore dei casi diversi anni, oppure la dismissione non si realizzerà mai.

Se un paziente sta assumendo più di un farmaco, è spesso consigliabile scalare un farmaco alla volta, perché è difficile sapere che cosa ha causato i sintomi di astinenza se una dose di più psicofarmaci viene ridotta contemporaneamente. Se il primo farmaco assunto dal paziente ha causato effetti collaterali che hanno portato a una nuova diagnosi psichiatrica e ulteriori psicofarmaci per questa sofferenza iatrogena, si dovrebbe iniziare a scalare il primo psicofarmaco. Ad esempio, quando a un paziente sia stata prescritta una pastiglia antidepressiva per i sintomi della depressione, provocati da un precedente trattamento con uno stimolante centrale. In questo caso, il primo passo è quello di scalare lo stimolante centrale e successivamente la pastiglia antidepressiva. Se si inizia a scalare la pastiglia antidepressiva, il paziente può sperimentare una depressione da astinenza a causa dello "squilibrio chimico" causato dal farmaco.

Una depressione da astinenza è un danno causato dallo psicofarmaco. Non è una vera depressione che sarebbe venuta comunque, anche senza psicofarmaci. Si caratterizza dal miglioramento dei pazienti dopo poche da quando viene assunta di nuovo la dose completa, proprio come un alcolista migliora quando l’alcol è di nuovo sul tavolo.

Per altri pazienti, è vantaggioso iniziare con gli psicofarmaci più problematici. Se il paziente ha successo, ci sono buone probabilità di successo anche con gli altri farmaci. Pertanto, si raccomanda spesso di iniziare con i neurolettici e di finire con i sonniferi.

Se i sintomi dell’astinenza diventano troppo gravosi, si consiglia di sopportarli comunque, poiché di solito si risolvono abbastanza rapidamente e quindi l’intervallo di riduzione può essere prolungato. Altri preferiscono aumentare la dose al livello in cui si trovava il paziente prima che i sintomi di astinenza diventassero troppo gravi, quindi estendere l’intervallo della riduzione.

È importante che il paziente tenga d’occhio se stesso e sia supportato da famigliari, amici e conoscenti che sono spesso più obiettivi dei pazienti, il cui cervello è influenzato dalle sostanze chimiche. Può essere molto utile tenere un diario e compilare un diagramma dello scalaggio, dove è possibile aggiungere ulteriori sintomi che non sono presenti nel diagramma e seguirli giorno per giorno. Per avere un’impressione generale del processo dello scalaggio, si possono valutare i sintomi ogni giorno da 1 a 10, dove 10 è il migliore.

Le compagnie farmaceutiche hanno reso molto difficile lo scalaggio dallo psicofarmaco, non riuscendo a produrre psicofarmaci meno potenti. Questo è il motivo per cui noi stessi dobbiamo agire. Abbiamo preparato una breve guida che spiega come la maggior parte delle compresse può essere frantumata o disciolta in acqua e dosata con una siringa di plastica e come possono essere divise le capsule.

(1) RADS. Rådet for Anvendelse af Dyr Sygehusmedicin. Behandlingsvejledning for almen praksis: unipolar depression. April 2015;

(2) Breggin P. Psychiatric drug withdrawal: A guide for prescribers, therapists, patients and their families. New York: Springer; 2012;

(3) Gøtzsche PC. Deadly psychiatry and organised denial. Copenhagen: People’s Press, 2015;

(4) Vejledning om ordination af afhængighedsskabende lægemidler, nr. 9009 af 27/12/2013. Sundheds- og Ældreministeriet;


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