giovedì 5 maggio 2016

METODI COERCITIVI E VIOLENTI NELLA CURA DELLA PSICHE di Roberta Gelsomino





 Nel progetto dell'anti psichiatria, in verità, non si nega il malessere psichico ma semplicemente lo si colloca tra i fatti dell'esistenza.
Spesso si tenta di zittirci dai pro psichiatria perché a fronte di un disagio potente e pericoloso ci limiteremmo a belle parole e non a rimedi. Ebbene il fatto è che non possiamo né vogliamo essere una scienza sostitutiva ma un umile approccio sulla realtà, e noi crediamo molto a questo modo di vedere le cose perché contempla la volontà e la capacità interiore del soggetto come unica determinante o comunque altamente prioritaria nei processi di guarigione. Noi abbracciamo in verità ogni cosa possa aiutare chi soffre, ma sappiamo pure che nessuna incapacità di intendere e nessun deficit del soggetto né alcuna complessità di studio potrà mai motivare e legittimare un metodo clinico basato sull'umiliazione e sulla coercizione e su questo resteremo irremovibili. Noi crediamo nel valore del momento presente e non crediamo a rimedi violenti al fine di un qualche riscontro futuro, la vita é nel presente e non andrebbe sacrificata per una sofferenza che potrebbe anche non essere utile anzi generare un ricordo traumatico nello stesso trauma d'origine.

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