venerdì 2 novembre 2012

Il casoMastrogiovanni, ecco le condanne

(da l'Espresso del 30 ottobre 2012)
Mastrogiovanni, ecco le condanne
  di Ermanno Forte

Arriva il verdetto di primo grado per la morte di Franco Mastrogiovanni, il maestro elementare ricoverato all'ospedale di Vallo della Lucania e deceduto nel reparto psichiatrico del San Luca dopo 4 giorni di Tso in contenzione ininterrotta. L'Espresso aveva trasmesso il video integrale dell'agonia. Condannati tutti i medici, assolti dalle accuse gli infermieri
Medici condannati, infermieri assolti. Il processo di primo grado a Vallo della Lucania si è concluso nel tardo pomeriggio di ieri con la pronuncia della sentenza letta dal giudice Elisabetta Garzo, dopo oltre quattro ore di camera di consiglio. Cinque dei sei medici del reparto di psichiatria dell'ospedale San Luca di Vallo della Lucania, in servizio durante il trattamento sanitario subito da Franco Mastrogiovanni nell'estate del 2009, sono stati condannati per sequestro di persona, morte come conseguenza di altro delitto (il sequestro stesso) e falso in atto pubblico. L'altro, Michele Della Pepa, è stato riconosciuto colpevole solo per il sequestro e per il falso. I dodici infermieri sono stati invece assolti da tutte le accuse. Il giudice ha in sostanza confermato l'impianto accusatorio imbastito dal pubblico ministero Francesco Rotondo, magistrato poi trasferito, che aveva portato alla celebrazione del processo con la formula del giudizio immediato; sconfessata invece la linea portata avanti da Renato Martuscelli, il pubblico ministero che ha sostenuto l'accusa nella fase del dibattimento e che nella sua requisitoria aveva chiesto condanne, per omicidio colposo, per i soli medici e infermieri in servizio durante l'ultimo giorno di agonia del maestro cilentano, oltre che per il falso in atto pubblico (contestato a tutti gli imputati), relativo alla mancata registrazione in cartella clinica della contenzione prolungata.
 LE CONDANNE. Riconosciute le attenuanti generiche per tutti i medici. Michele Di Genio, il primario del reparto all'epoca dei fatti, è stato condannato a tre anni e sei mesi di reclusione, poichè ritenuto colpevole anche per il falso della cartella clinica di Giuseppe Mancoletti, un altro paziente legato ad un letto del reparto di psichiatria, compagno di stanza di Mastrogiovanni. Quattro anni è invece la pena inflitta a Raffaele Basso e Rocco Barone, condannati anche per il falso in cartella clinica e per il sequestro di persona di Mancoletti. Tre anni di carcere per Americo Mazza e Anna Ruberto e due anni per Michele Della Pepa. Per i medici del reparto psichiatrico del San Luca - eccezion fatta per Della Pepa - è stata inoltre decretata l'interdizione dall'esercizio della professione per cinque anni, oltre alla condanna al risarcimento del danno alle parti civili e al pagamento delle spese processuali.


Avv. Michele Capano
 LE REAZIONI. "E' una grande vittoria. Dedichiamo idealmente questa sentenza a Franco, ma anche a tutti quelli che hanno subito gravi abusi nei reparti di psichiatria e che non hanno mai avuto giustizia" commenta commosso Vincenzo Serra, cognato di Mastrogiovanni e uno dei fondatori del comitato 'Verità e giustizia per Franco' "da oggi chi lega al letto i pazienti senza motivo sa che corre il rischio di essere condannato per sequestro di persona, è un passo in avanti importantissimo". "Siamo soddisfatti, ma non totalmente. A nostro avviso sono evidenti anche le responsabilità degli infermieri" dice Michele Capano, legale dell'associazione Avvocati senza frontiere, costituitasi parte civile "chiederemo alla Procura di ricorrere in appello su questo punto". Si dice invece 'molto soddisfatta' per la sentenza Caterina Mastrogiovanni, cugina del maestro cilentano e avvocato dei familiari al processo: "Una pronuncia molto positiva, direi storica. Le pene non sono altissime ma la cosa importante è il principio affermato: la contenzione, usata in quel modo, non è un atto terapeutico ma un grave illecito". Dall'altra parte, alcuni degli avvocati difensori degli imputati hanno già fatto sapere che appelleranno questa sentenza. E il processo di secondo grado si celebrerà davanti alla Corte d'Appello di Salerno.

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